Il ruolo del nutrizionista in oncologia è sempre più importante e necessario. Su Nutrients (2023) un Editoriale di Casirati A. et al ribadisce l’importanza e l’efficacia del supporto nutrizionale al paziente oncologico in quanto la malnutrizione è una condizione comune nei malati di cancro. Essa è associata a scarsi risultati clinici e costi sanitari più elevati, con circa il 20-30% dei pazienti che muoiono a causa delle sue conseguenze piuttosto che per il cancro in sè.
Notevoli sforzi dovrebbero essere fatti per includere interventi nutrizionali nell’assistenza oncologica sin dalla diagnosi anche quando i pazienti non sono gravemente malnutriti; invece la nutrizione è spesso erroneamente considerata una parte non essenziale della cura del cancro.
Le raccomandazioni più recenti
Secondo le più recenti linee guida e raccomandazioni internazionali [1,2], i pazienti malnutriti e i pazienti a rischio di malnutrizione dovrebbero essere riconosciuti precocemente utilizzando strumenti di screening del rischio nutrizionale. Una valutazione completa dello stato nutrizionale che includa antropometria, composizione corporea, assunzione orale e valutazione dello stato infiammatorio è obbligatoria per attuare un piano di supporto nutrizionale appropriato e tempestivo.
La consulenza nutrizionale è un intervento di prima linea nei pazienti oncologici malnutriti perché attraverso l’ottimizzazione dell’assunzione di cibo, agisce sulla mitigazione degli squilibri metabolici, sul mantenimento del peso corporeo e sul miglioramento della composizione corporea attraverso la conservazione della massa muscolare scheletrica. È dimostrato che la consulenza nutrizionale migliora la sopravvivenza, riduce il rischio di modifica dei trattamenti antitumorali pianificati e migliora la qualità della vita dei malati di cancro.
Quali parametri da monitorare?
I pazienti devono essere consapevoli che l’infiammazione sistemica indotta dal cancro potrebbe influenzare l’assunzione di nutrienti e il metabolismo, portando alla perdita di peso e alla riduzione della massa muscolare. Pertanto, dovrebbero essere istruiti su quali parametri monitorare a casa: come peso corporeo, assunzione di cibo, sintomi di impatto nutrizionale, ridotta forza muscolare, riposo a letto prolungato, dolore cronico e stress psicologico.
Gli autori concludono affermando come attraverso un adeguato processo educativo che fornisca sia informazioni basate su evidenze scientifiche sia una comunicazione efficace, il nutrizionista può responsabilizzare i pazienti oncologici come partecipanti attivi e autonomi nel processo di cura nutrizionale. Ciò faciliterà il miglioramento e la diffusione di un adeguato e tempestivo supporto nutrizionale, che fornirà rilevanti vantaggi clinici ed economici all’intero sistema sanitario
1-Muscaritoli, M.; et al. Espen practical guideline: Clinical nutrition in cancer. Clin. Nutr. 2021, 40, 2898–2913.
2-Caccialanza, R.; et al. Nutritional support in cancer patients: Update of the Italian Intersociety Working Group Practical Recommendations. J. Cancer 2022, 13, 2705–2716.
A cosa stare attenti? Contaminanti e additivi nel cibo
Gli additivi sono normalmente aggiunti ai cibi in piccole quantità, alcuni sono nutrienti e altri contaminanti arrivano al cibo attraverso le pratiche dell’agricoltura, dell’allevamento degli animali o durante la trasformazione del cibo. Molte sostanze sono aggiunte intenzionalmente ai cibi con lo scopo di aumentare e prolungare la durata e la conservazione e per aumentare il colore, il sapore e la consistenza.
Esempi includono ormoni e antibiotici usati nella pratica zootecnica, residui di pesticidi ed erbicidi usati nell’agricoltura e composti come il bisfenolo A o i ftalati che arrivano dagli imballaggi degli alimenti. Sostanze come diossine, contaminanti organici persistenti (POP), policlorobifenili (PCB), metalli pesanti (cadmio, piombo e mercurio) possono interferire con i sistemi endocrini, nervoso e immunitario, influendo sulla salute e sulla formazione dei tumori.
I metalli pesanti possono entrare nel cibo attraverso l’accumulo nella catena alimentare, come dai pesci o dall’ambiente contaminato o dal suolo e acqua contaminati. Oppure la contaminazione fungina da parte dell’Aspergillus flavus del grano o dei legumi come anche delle noccioline, se sono conservate in un ambiente particolarmente umido, con produzione di aflatossina, un potente cancerogeno in modelli animali e un potenziale responsabile del cancro al fegato nell’uomo.

